giovedì, novembre 02, 2006

Pinocchio, Dante ed.... Erasmo

Post tratto dal blog di vergine_e_martire
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27 ottobre 1952. Nasce in un luogo dal nome incredibile, Misericordia (in provincia di Arezzo), ma ben presto si trasferisce in un paesino dell'hinterland pratese, che grazie a lui diventerà famosissimo: Vergaio.

Una forza della natura, un vulcano di idee, di improvvisazioni da commedia dell'arte, di poesia mista a turpiloquio e popolarità verace.
Dopo un esordio legato alla comicità surreale di Cioni Mario di Gaspare fu Giulia, di Tele Vacca, del primo film Berlinguer ti voglio bene, conquista la popolarità con Arbore e L'Altra Domenica.
Diventa nello spettacolo una vera incarnazione dei folletti delle fiabe, irriverente, dispettoso, allegro, con scherzi e battute spesso a carattere sessuale. Su questa falsariga sono anche molti dei suoi film più riusciti: Johnni Stecchino, Il mostro, Il piccolo diavolo (vero mini capolavoro del genere).

Una vera e propria svolta si ha con lo struggente ma sobrio La Vita è Bella che gli vale un successo internazionale e la vincita di due Oscar nel 1999 (migliore film straniero e miglior attore protagonista).

Da allora comincia una fase diversa del geniale attore e regista, culminata con la vera e propria Lectura Dantis dell'estate 2006, a Firenze, in piazza Santa Croce.

Nello stesso giorno di Benigni nacque anche Erasmo da Rotterdam, l'autore dell'Elogio della Pazzia Follia e dell'Utopia [ops, lapsus calami ]
Sarà una coincidenza? O una vera premonizione?
Giullare e filosofo, marionetta e mancato riformatore, attore poetico e utopista rinascimentale condividono forse qualcosa di più della sola data di nascita?


Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia.
Infuse nell'uomo più passione che ragione perchè fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe.
Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è altro che un gioco della Follia.

(Erasmo da Rotterdam, Elogio alla follia)

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