Ad un convegno intitolato "per non dimenticare" Oliviero Diliberto attacca l' Oscar di Roberto Benigni "la vita è bella è un falso storico con lo scopo di compiacere gli americani e vincere l'Oscar" queste le parole di Diliberto che aggiunge " nel film chi è che libera Auschwitz? Gli americani. Ma è un falso clamoroso. Viene cambiata lo storia affinché il film possa essere venduto in America e, come è stato vincere l'Oscar".
Credo che non spetta a me difendere Roberto, anche perché ci ha pensato da solo replicando a Diliberto e dicendo " il lo stimo, e so che è un uomo intelligente, mi stupisco quindi che abbia detto una cosa superficiale. Non abbiamo pensato all'America quando abbiamo fatto il film, non pensavamo neanche di arrivare a San Salvador, in più il film non parla di Auschwitz, e infatti attorno al campo nel film ci sono i monti che in realtà non ci sono. Quello è ' IL campo di concentramento'perchè qualsiasi campo contiene l'orrore di Auschwitz, non uno o un altro. E conclude con una battuta...Un falso storico, questo si, sarebbe se io dicessi che Diliberto andrà a Vicenza a manifestare contro un campo russo. Però..mi fa piacer che ci vada.." Tutto questo, che sembra una semplice polemica come tante, racchiude invece una grande verità. La sinistra, intesa come insieme di vedute di tipo utopistico, non è in grado di stare assieme, ma soprattutto non è in grado di valorizzare le cose belle che sono all'interno di essa. La politica fa un grande errore quando prende le distanze dalla 'cultura' con la C maiuscola. Non quella degli intellettuali di sinistra, che ce ne sono tanti, arroccati spesso in visioni fantasiose spesso fuori dal quotidiano, ma quella della cultura del popolo. La cultura delle persone come Benigni, che vengono dalla terra, dalla povertà, che credo abbiano ancora certi valori e che riescono ad esprime pensieri così complessi in modo così semplice ed affascinante.
Io sono stato ad Auschwitz, e quello che ho visto rimarrà sempre dentro di me. E non importa che siano stati gli Americani a liberare questo campo, il più rappresentativo, ma non l'unico, o i Russi. E non importa che ora gli stessi Israeliani, tengano rinchiusi i palestinesi, in campi, diversi da quelli di concentramento, ma nello stesso tempo privi della stessa espressione di libertà.
Ahimè l'uomo è lo stesso, che sia Russo, Americano o Palestinese o Isreliano. Sono le singole coscienze che devono cambiare rispetto a certe tematiche come quella della pace.
Criticare un artista, è sempre pericoloso, perchè è l'unica persona che può smuovere queste coscienze, perchè riesce, anche se per pochi momenti, a tirar fuori la vera essenza della vita, cioè la stessa arte.
Tutti quindi siamo in grado nel nostro piccolo, di fare arte, e quindi utopisticamente un mondo migliore è possibile.
Il ruolo della politica quindi è anche questo, saper valorizzare l'arte.
Lorenzo Soricelli